La grief and growth therapy: un approccio integrato in una cornice di analisi transazionale
OBIETTIVO
Il libro introduce alla “Grief and Growth Therapy” (GGT), un modello integrativo per il lavoro con le persone in lutto che si basa su modelli ben noti come il Modello del processo duale, il Modello dei Conintuing Bonds e il Modello della crescita post-traumatica in una prospettiva esistenziale e in un quadro di analisi transazionale. Il modello GGT viene descritto come funziona nella pratica clinica con molti esempi clinici e una guida per i clinici sulla formulazione del caso. Viene descritta la Death Competence del terapeuta e vengono forniti suggerimenti pratici per favorirla.
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INTRODUZIONE DEL LIBRO
Affrontare il tema del lutto è un atto temerario, come lo è affrontare ogni ambito dell’esperienza umana che ci mette a contatto con la nostra precarietà e finitezza. Confrontandomi da anni con questo tema in prospettiva psicologica e psicoterapeutica ho colto il rischio di sentirmi sopraffatta dalla sua complessità: gli aspetti antropologici, sociologici, filosofici, teologici, spirituali in senso lato ed esistenziali sono una rilevante e ineludibile cornice all’esperienza del lutto, e più in generale, della mortalità.
D’altro canto proprio l’essere psicoterapeuta e formatore di psicologi e psicoterapeuti mi rende consapevole che il riconoscimento della complessità non può diventare paralizzante: abbiamo davanti persone che cercano aiuto nella loro intensa sofferenza e lo studio e l’approfondimento teorico debbono necessariamente tradursi in aiuto concreto. Nel cercare una strada che tenga conto della ricerca teorica ed empirica in costante evoluzione e della necessità di agire efficacemente nell’ambito clinico, trovo una guida nell’insegnamento e nel modello umano e professionale ricevuti dal professor Pio Scilligo (1928–2009), docente universitario, psicoterapeuta, ricercatore, educatore e sacerdote salesiano, tra i primissimi a portare l’Analisi Transazionale e la Gestalt in Italia, ha creato l’Analisi transazionale Socio-Cognitiva e ha fondato e diretto scuole di specializzazione in psicoterapia ultratrentennali come la SSSPC-UPS e la SSPC-IFREP. Scilligo ha incarnato pienamente la figura dello scientist -practicionner che ho avuto la fortuna di poter assimilare lungo tutta la mia formazione e fino alla maturità; a lui va la più profonda gratitudine e permanente affetto.
Questo libro nasce dal desiderio di trovare una cornice teorica solida, aperta all’integrazione dei contributi di diverse discipline e capace di orientare una prassi terapeutica efficace da sottoporre alla verifica della ricerca empirica; nell’ambito della psicoterapia del lutto vi sono molti contributi significativi ma spesso sono approcci poco più che descrittivi, spesso legati ai contenuti più che ai processi e in buona parte ancora influenzati dalle presunte fasi del lutto ancora molto popolari nonostante gli appelli dei principali studiosi a metterle definitivamente da parte.
Il tema del lutto è stato sostanzialmente assente nel mio percorso formativo come terapeuta, esperienza confermata dalla maggior parte dei miei colleghi: un ‘buco’, o meglio una ‘voragine’, nella formazione che ha esposto i terapeuti al paradosso di un’area assente nella formazione ma estremamente presente nella pratica clinica. Negli anni più recenti c’è stata una parziale inversione di tendenza con l’offerta sul mercato della formazione, soprattutto a distanza, di webinar e brevi corsi sul tema del lutto, a confermare la necessità di riempire un vuoto; raramente ho trovato però alla base di queste proposte una teoria sistematica, fondata sulla ricerca e che superasse definitivamente l’illusione delle fasi del lutto. Anche all’interno dell’Analisi Transazionale manca una visione del processo di lutto, tranne che per la discutibile procedura degli ‘Addii’ che sarà discussa in uno specifico paragrafo nel secondo capitolo. Come Analista Transazionale ho sentito particolarmente questa mancanza di riferimenti affidabili scientificamente e integrabili nella cornice Analitico Transazionale e questa assenza di riferimenti, quella generale prima menzionata e quella specificamente Analitico Transazionale, è stata la motivazione fondamentale per la quale ho iniziato, oltre trenta anni fa, uno studio sistematico sul tema.
Lo studio teorico si è concretizzato gradualmente nella pratica clinica fino a realizzare quella che ho chiamato la “Grief and Growth Therapy” (GGT), un modello che ho iniziato a sviluppare molti anni fa a partire da alcuni modelli innovativi (il Modello del Processo Duale, il modello dei Continuing Bonds e il costrutto della Crescita Post Traumatica, insieme alla prospettiva della Logoterapia e Analisi Esistenziale di Frankl) e che più recentemente ha ricevuto il contributo arricchente e creativo di un gruppo di colleghi, Analisti Transazionali, che si sono appassionati a questo progetto e che con me hanno costituito l’associazione “Lutto e Crescita – Grief and Growth”, attiva dal 2013 (detta informalmente G&G (Grief and Growth).
Il modello della GGT è stato ampiamente insegnato e poi sperimentato da molti colleghi Analisti Transazionali che avvertivano mancanza di riferimenti sistematizzati per lavorare con il lutto; questa stessa mancanza era sentita anche da colleghi di altri approcci (Gestalt, Cognitivismo, Sistemico, Junghiano) che hanno partecipato alla formazione nella GGT e hanno trovato facile integrare questo modello nel loro approccio. Per gli psicoterapeuti di orientamento diverso dall’Analisi Transazionale sono state inserite brevi note esplicative dei concetti analitico transazionali e la bibliografia essenziale. Nel corso degli anni abbiamo avuto incontri con persone che rappresentano delle eccellenze nell’ambito tanatologico e/o nella psicoterapia con persone a lutto e che hanno arricchito l’elaborazione della GGT: Robert Neimeyer, Dennis Klass, Edith M. Steffen, Ines Testoni, Davide Sisto e, per quanto riguarda l’utilizzo dell’EMDR nei casi di lutto traumatico, Roger Solomon; a tutti loro va la nostra stima e riconoscenza. Questi incontri hanno dato spesso vita a convegni, giornate di studio, workshop che hanno caratterizzato la vivace attività scientifica e formativa di G&G. Mancava però fino ad oggi un testo sistematico che rappresentasse questo percorso di elaborazione e il suo frutto: la Grief and Growth Therapy (GGT); questo libro rappresenta la base teorica e la guida pratica per l’applicazione del modello.
Nel testo viene dapprima descritto (primo capitolo), dopo uno sguardo al contesto culturale, il continuum sul quale possiamo collocare i fenomeni normali e di interesse clinico legati al lutto, le traiettorie più tipiche identificate dalla ricerca e il quadro clinico definito nel DSM-5-TR e nel’ ICD-11 come Disturbo da lutto persistente. Nel secondo capitolo vengono tracciati i pilastri teorici da cui nasce il modello di comprensione e di intervento della “Grief and Growth Therapy”: il Dual Process Model, l’approccio dei Continuing Bonds e della Crescita Post Traumatica; queste basi teoriche vengono analizzate criticamente, rivisitate e, nel capitolo successivo, amalgamate nella GGT. Nel terzo capitolo il modello viene descritto a livello operativo sia nel protocollo più breve (dieci sedute) sia nell’intervento a più lungo termine (trenta sedute e oltre); i prìncipi e modi di attuazione vengono illustrati con esempi e vengono forniti strumenti utili all’applicazione della GGT come la Scheda di Formulazione del Caso e la Checklist GGT per la supervisione. Nel quarto capitolo viene proposta una riflessione sulle competenze, cognitive, emotive ed esistenziali, necessarie per chi lavora con le persone che affrontano il lutto, la Death Competence; strumenti per monitorarla quali la Death Competence Checklist e la Death Competence Checklist per la supervisione; il capitolo si conclude con spunti utili per promuovere queste competenze nella formazione degli psicoterapeuti.
I riferimenti bibliografici vengono divisi in una bibliografia essenziale (in fondo al testo) e nella bibliografia citata, reperibile tramite QR Code. Nelle Appendici (reperibili tramite QR Code) il lettore può trovare strumenti che facilitano la raccolta dei dati e l’applicazione del modello nella pratica clinica e altri elementi che integrano il testo:
- L’Appendice A contiene alcuni dei test utilizzati nei nostri protocolli di ricerca: L’Inventory for Complicated Grief (PG-13); La Continuing Bond Scale (CBS); la Clinical Outcome Routine Evaluation – Outcome Measure (C.O.R.E.- O.M.); The Traumatic Grief Inventory-Self Report Plus (TGI-SR+);
- L’Appendice B contiene la sintesi di un caso clinico nel quale è stato applicato il protocollo breve di dieci sedute, e la relativa Scheda di Formulazione del caso. Questo materiale è stato elaborato dalla Dottoressa Nertila Sulollari, Analista Transazionale ed esperta del modello GGT;
- L’Appendice C contiene alcune foto interessanti relative alle forme culturali dei Continuing Bonds;
- L’Appendice D riporta il trascritto di una seduta singola, sul tema del lutto, videoregistrata all’interno di un workshop sulla terapia della Ridecisione riservato a psicoterapeuti e commentata utilizzando la Checklist GGT per la supervisione; questo materiale è stato fornito da me e dal Professor Raffaele Mastromarino.
Tutti gli esempi clinici sono stati opportunamente modificati per rendere irriconoscibili i pazienti. Le citazioni letterali provenienti da fonti in lingua inglese e il testo inserito da figure sempre da fonti in inglese, sono tradotte a me; viene specificato quando le figure sono modificate rispetto alle fonti originali.